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14 – Pratiche pacifiche

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Il capitolo inizia con il bodhisattva Manjushri che chiede a Shakyamuni: «“[…] come dovrebbero comportarsi i bodhisattva e i mahasattva per predicare questo sutra nell’era malvagia che seguirà?”[…]» (Op. cit., p.275). Shakyamuni risponde spiegando in dettaglio con che metodo praticare e propagare la Legge e espone una sorta di codice di comportamento basato su quattro regole. Un bodhisattva «dovrebbe essere gentile, affabile, mai violento né interiormente turbato»; osservare «la vera entità dei fenomeni senza agire od operare distinzioni»; «non deve frequentare intimamente governanti, prìncipi, ministri o alti funzionari […]»; «non si compiaccia di parlare degli errori di altre persone o delle scritture. Non mostri disprezzo per altri maestri della Legge, […]» (Op. cit., p. 275 e sgg.) e più avanti continua «Praticate assiduamente la pazienza,/ abbiate pietà di tutti gli esseri/ e fate del vostro meglio per esporre e predicare/ il sutra lodato dal Budda» (Op. cit., p. 271). Shakyamuni prosegue: «“Sebbene il Tathagata predichi la Legge con espedienti in modo appropriato alle circostanze, essi non ascoltano, non conoscono, non si rendono conto, non domandano, non credono, non capiscono. Ma anche se queste persone non domandano, non credono e non capiscono questo sutra, allorché avrò conseguito l’anuttara-samyak-sambodhi, ovunque io mi trovi, mi avvarrò dei miei poteri sovrannaturali e del potere della saggezza per avvicinarle a me e farle dimorare in questa Legge”» (Op. cit., pp. 285-286). Poi Shakyamuni rivolgendosi a Manjushri racconta la storia di un re potente e saggio che quando vede il valore dei suoi soldati in battaglia li premia dando loro armi, campi, case, denaro e oggetti preziosi; non concede però a nessuno il gioiello che porta in cima al capo perché: «“ […] è un gioiello che può stare soltanto sulla testa del re e, se lui lo cedesse, provocherebbe certamente costernazione e allarme fra i suoi sudditi”» (Op. cit., p.286-287). Quando però vede che «“[…] uno dei suoi soldati si è distinto in modo assolutamente grandioso, il suo cuore ne gioisce a tal punto che egli prende il gioiello incredibilmente prezioso, che ha custodito nella crocchia in cima al capo per tanto tempo e che non è mai stato donato incautamente a nessuno, e lo affida a quell’uomo. La stessa cosa fa il Tathagata.” » (Op. cit., p. 287). Shakyamuni aggiunge: «“[…] questo Sutra del Loto è il supremo tra tutti quelli che sono stati predicati dai Tathagata, tra tutti quelli che sono stati predicati è il più profondo. E viene esposto per ultimo, nello stesso modo in cui il potente re in ultimo donò lo splendido gioiello che aveva custodito per tanto tempo.”»(Op. cit., p. 287-288).

  • Se vi sono bodhisattva che nell'era malvagia che seguirà desiderano con cuore impavido predicare questo sutra, questi sono i luoghi in cui dovrebbero entrare e le persone che dovrebbero frequentare. In ogni circostanza evitate i governanti e i principi dei regni, i ministri e gli alti funzionari, coloro che si dedicano a passatempi violenti, i chandala, i non buddisti e i brahmani. Non frequentate persone estremamente arroganti o coloro che aderiscono ostinatamente al piccolo veicolo e sono istruiti nei tre forzieri.3 Monaci che violano i precetti, arhat tali soltanto di nome, monache che si compiacciono di facezie e risate, credenti laiche profondamente aggrappate ai cinque desideri o che cercano un accesso immediato all'estinzione: tutti costoro non devono essere frequentati. Se tali persone, con cuore sincero, si recano nel luogo del bodhisattva per udire la Via del Budda, allora il bodhisattva, senza timore ma senza nutrire aspettative, predichi loro la Legge. Le vedove, le donne non sposate e i diversi tipi di uomini privi di virilità, non devono essere frequentati né trattati con intimità. Non frequenti neppure i macellai o i tagliatori di carne, chi caccia gli animali o pesca i pesci, chi uccide o fa del male per trarne guadagno. Venditori ambulanti di carne, o coloro che mettono in mostra le donne e ne vendono i favori: persone come queste non devono essere frequentate. Coloro che si dedicano a giochi brutali, alla lotta o ad altri generi di divertimenti, donne di natura lasciva: nessuno di loro deve essere frequentato. Non si rechi mai da solo in un luogo chiuso per predicare la Legge a una donna. Allorché predica la Legge, non lasci spazio alle facezie e alle risate. Se entra in un villaggio in cerca di cibo, porti con sé un altro monaco; se non vi è nessun monaco nei paraggi, si concentri unicamente sul Budda. Queste sono ciò che io chiamo pratiche e frequentazioni appropriate. Facendo attenzione a queste due regole, si può predicare in modo pacifico. Non dibatta di dottrine superiori, medie e inferiori, di dottrine del condizionato o dell'incondizionato, del reale e dell'irreale. Inoltre non faccia distinzioni dicendo: «Questo è un uomo, questa è una donna.» Non cerchi di afferrare i fenomeni, di capirli o di vederli. Queste sono ciò che io chiamo le pratiche del bodhisattva. Tutti i fenomeni sono vuoti, privi di essenza, senza un substrato permanente, privi di origine o di estinzione. Questa io chiamo la posizione cui aderisce la persona saggia. Dal disordine derivano le distinzioni, che i fenomeni esistono, che non esistono, che sono reali, che sono irreali, che nascono, che non nascono. Accomodatevi in un ambiente tranquillo, imparate a placare la vostra mente, rimanete quieti, immobili, come il monte Sumeru. Contemplate tutti i fenomeni privi di essenza, come uno spazio vuoto, quasi fossero privi di stabilità e solidità, non nati, non sorgenti, non in movimento, non in regressione, costantemente dimoranti in un unico aspetto: questo è ciò cui bisogna avvicinarsi. Se dopo la mia estinzione i monaci seguiranno queste pratiche e queste frequentazioni, allora, quando predicheranno questo sutra, saranno privi di timore e timidezza. Se il bodhisattva talvolta entrerà in una stanza tranquilla e con il corretto atteggiamento mentale osserverà i fenomeni secondo il principio, e in seguito, destandosi dalla meditazione, per il bene del governante, dei principi, dei ministri e del popolo, dei brahmani e degli altri rivelerà, propagherà, esporrà, e predicherà questo sutra, allora la sua mente sarà serena, libera da timore e timidezza. Manjushri, tutto questo io chiamo il primo gruppo di regole cui deve conformarsi il bodhisattva in modo che in epoche future possa predicare il Sutra del Loto.
  • «Inoltre, Manjushri, dopo l'estinzione del Tathagata, chi desidera predicare questo sutra nell'epoca del declino della Legge deve seguire queste pratiche pacifiche. Quando apre la bocca per insegnare o quando legge il sutra, non si compiaccia di parlare degli errori di altre persone o delle scritture. Non mostri disprezzo per altri maestri della Legge, non parli dei pregi o dei difetti altrui. Riguardo agli ascoltatori della voce, non faccia il loro nome quando ne enumera le mancanze o ne loda le qualità. Non per¬metta che la sua mente sia colma di odio o di risentimento. Dato che egli sa coltivare una tale mente serena, chi lo ascolta non si opporrà alle sue idee. Se gli verranno poste domande difficili, egli non deve replicare con gli insegnamenti del piccolo veicolo; tratti le questioni solo mediante il grande veicolo, così che le persone siano in grado di acquisire la saggezza onnicomprensiva.»
  • A quel tempo l'onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Il bodhisattva deve sempre compiacersi di predicare la Legge in modo pacato. Su un terreno puro e pulito stenda la sua stuoia, unga il suo corpo d'olio, lavi via la polvere e le impurità, indossi una veste nuova e pulita e si purifichi sia internamente sia esternamente. Sedendo confortevolmente sul seggio del Dharma, predichi la Legge secondo le domande. Se vi fossero dei monaci o delle monache, dei laici, delle laiche, sovrani e principi, funzionari, gentiluomini e persone comuni, egli predichi per loro con espressione dolce le dottrine sottili e meravigliose. Se gli vengono poste domande difficili, risponda in accordo con le dottrine, si avvalga di cause e condizioni, similitudini e parabole per predicare e compiere le distinzioni; tramite questi espedienti farà sì che gli ascoltatori anelino all'illuminazione, accrescano a poco a poco i loro meriti ed entrino nella Via del Budda. Rimuova da sé ogni idea di pigrizia, tutti i pensieri di negligenza e comodità, si liberi da preoccupazioni e affanni e predichi la Legge con mente compassionevole. Esponga costantemente, giorno e notte, l'insegnamento della Via suprema, e, utilizzando varie cause e condizioni, innumerevoli similitudini e parabole, lo riveli agli esseri viventi così che provino gioia. Le vesti e il giaciglio, il cibo, le bevande, le medicine, rispetto a queste cose non nutra aspettative, ma concentri la sua mente sulle ragioni per cui predica la Legge: il desiderio di conseguire la Via del Budda e di far sì che i membri dell'assemblea facciano altrettanto. Ciò recherà loro un grande profitto, un'offerta di pace. Se dopo la mia estinzione, vi saranno monaci capaci di esporre questo Sutra del Loto della Legge Meravigliosa, le loro menti saranno libere da gelosia e collera, da tutte le preoccupazioni e dagli ostacoli. Nessuno potrà tormentarli, né maledirli o insultarli. Essi non conosceranno la paura, né attacchi con spade e bastoni né mai saranno banditi, perché dimorano nella pazienza. Le persone sagge saranno capaci di coltivare la loro mente in questo modo | e potranno dimorare in pace proprio come ho descritto. I benefici di tali persone sono al di là di ogni enumerazione, similitudine o parabola; migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa non basterebbero a descriverli.
  • Se desiderate predicare questo sutra, dovete liberarvi da gelosia, odio, arroganza, da una mente adulatrice, subdola, falsa e mantenere assiduamente una condotta retta e onesta. Non guardate gli altri con disprezzo né discutete in modo superficiale della Legge. Non causate dubbi e rimpianti negli altri dicendo: «Non diverrai mai un Budda!» Quando un figlio del Budda predica la Legge, è sempre gentile e molto paziente, prova pietà e compassione per tutti e non è mai indolente o negligente. I grandi bodhisattva delle dieci direzioni praticano la Via mossi dalla compassione per la moltitudine. Bisogna imparare a rispettarli e riverirli dicendo: «Questi sono i miei grandi maestri!» Rispetto ai Budda, agli onorati dal mondo, imparate a pensare a loro come a padri ineguagliabili. Liberate la mente dall'orgoglio e dall'arroganza e predicate la Legge senza ostacoli. Tale è il terzo gruppo di regole: le persone sagge dovrebbero proteggerle e rispettarle. Seguendo fedelmente queste pratiche pacifiche saranno rispettate da innumerevoli moltitudini.
  • Praticate assiduamente la pazienza, abbiate pietà di tutti gli esseri e fate del vostro meglio per esporre e predicare il sutra lodato dal Budda. Nell'era ultima che seguirà, verso le persone che abbracceranno questo sutra, sia che vivano in famiglia sia che l'abbiano lasciata, verso le persone che non sono bodhisattva, dovete nutrire pietà e compassione dicendo: «Se non ascoltano e non credono in questo sutra stanno commettendo un grave errore. Guadagnando la Via del Budda io utilizzerò vari espedienti e predicherò la Legge per loro, facendoli dimorare in essa.» Immaginate un potente re che mette in moto la ruota. I suoi soldati si sono distinti in battaglia ed egli li ricompensa con diversi doni, elefanti, cavalli, carri, ornamenti per la persona, campi e case, territori e città; oppure dona loro abiti, diversi oggetti preziosi, schiavi e schiave, ricchezze e beni, distribuendo tutto ciò con piacere. Ma se vi è qualcuno prode e coraggioso capace di compiere un'impresa difficile, il re allora rimuove il gioiello dalla crocchia sul suo capo e lo dona all'uomo. Così si comporta il Tathagata. Egli è il re della dottrina, che possiede il grande potere della perseveranza e il prezioso forziere della saggezza, e per la sua grande pietà e compassione converte le generazioni con la Legge. Egli osserva tutte le persone colpite da sofferenze e angosce, che cercano di ottenere l'emancipazione lottando contro i demoni, e, per il bene di questi esseri viventi, espone diverse dottrine; utilizzando grandi espedienti, predica questi sutra. Quando capisce che gli esseri viventi grazie a essi hanno sviluppato le proprie capacità, allora, all'ultimo momento, a loro beneficio predica questo Sutra del Loto, proprio come il re che si scioglie la crocchia e dona il suo splendente gioiello. Questo sutra deve essere onorato come il sommo tra tutti i sutra. Io lo proteggo e lo custodisco costantemente, non lo rivelo incautamente. Ma questo è il momento adatto per esporlo a voi. Dopo la mia estinzione, se qualcuno ricercherà la Via del Budda e vorrà riuscire a esporre pacificamente questo sutra, dovrà seguire rigorosamente le quattro regole che ho descritto.
  • Chiunque legga questo sutra sarà sempre libero da angosce e preoccupazioni, come pure sarà esente da malattie e dolori; la sua espressione sarà fresca e splendente. Non nascerà in miseria, in umili circostanze o di cattivo aspetto. Gli esseri viventi saranno lieti di vederlo e lo venereranno come un saggio e un santo. I giovani figli del cielo lo assisteranno e lo serviranno. Spade e bastoni non lo toccheranno e il veleno non avrà il potere di nuocergli. Se la gente parlerà male di lui e lo ingiurierà, le loro bocche verranno serrate e fermate. Andrà per ogni dove senza paura come il re leone. La sua saggezza brillerà con lo splendore del sole; anche nei sogni egli vedrà solo cose meravigliose. Vedrà i Tathagata assisi su troni di leone, circondati da moltitudini di monaci, mentre predicano la Legge. Egli vedrà draghi, asura e altri, numerosi come le sabbie del Gange, che giungono le mani con reverenza. Vedrà se stesso in quel luogo predicare la Legge per loro. Ancora, egli vedrà i Budda dal corpo dorato emettere raggi innumerevoli che illuminano tutte le cose, e con voce di Brahma esporre le dottrine. Per le quattro categorie di credenti il Budda predicherà la Legge suprema, ed egli vedrà se stesso tra coloro che giungono le mani e lodano il Budda. Egli ascolterà la Legge, ne gioirà e tributerà offerte. Otterrà i dharani e la prova della saggezza che non regredisce. Quando il Budda avrà percepito che la sua mente è penetrata profondamente nella Via del Budda, allora gli conferirà la predizione che conseguirà la suprema, corretta illuminazione. «Tu, uomo devoto, in un'epoca a venire conseguirai una saggezza incommensurabile, la grande Via del Budda. La tua terra sarà adorna e pura, incomparabilmente vasta e immensa, e le quattro categorie di credenti ascolteranno la Legge giungendo le mani.» Ancora vedrà se stesso in mezzo a montagne e foreste praticare la buona Legge, comprendere il vero aspetto di tutti i fenomeni, entrare in profonda meditazione e vedere i Budda delle dieci direzioni. Budda dal colorito aureo, adorni dei cento segni di fortuna, persone intente ad ascoltare la Legge e a predicarla alle genti: tali saranno sempre i bei sogni che farà. E sognerà di essere un re che, rinunciando ai suoi beni e ai suoi servitori, ai magnifici squisiti oggetti dei cinque desideri, si ritira nel luogo dell'illuminazione e sotto l'albero di bodhi prende posto su un trono di leone; trascorsi sette giorni nella ricerca della Via, ottiene infine la saggezza dei Budda. Avendo realizzato la Via suprema, egli si alza e, mettendo in moto la ruota della Legge, predica la Legge per le quattro categorie di credenti. Per migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa predica la Legge meravigliosa priva di errori salvando innumerevoli esseri viventi. Infine entrerà nel nirvana come il fumo che svanisce quando si spegne una lampada. Chi predicherà questa Legge suprema nell'era malvagia che seguirà otterrà grandi benefici, immensi come quelli che sono stati descritti fin qui.