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13 – Esortazione alla devozione

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Tutto il capitolo si snoda sui giuramenti, fatti dai vari bodhisattva, che pronunciano il voto di predicare il Sutra del Loto e dichiarano di essere pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà si presenti loro. Iniziano Re della Medicina, Grande Gioia della Predicazione e i loro ventimila seguaci (bodhisattva) dicendo: «“Preghiamo l’onorato dal mondo di non avere ulteriori preoccupazioni. Dopo l’estinzione del Budda, noi onoreremo, abbracceremo, leggeremo, reciteremo e predicheremo questo sutra […]”» (Op. cit., p. 267). Poi i cinquecento arhat (che avevano ricevuto la predizione nell’ottavo capitolo) pronunciano il loro voto di propagare la Legge «nelle altre terre» «perché in questo mondo di saha le persone sono corrotte e dedite al male […]». Anche le altre ottomila persone, tra cui la zia di Shakyamuni, Mahaprajapati, la moglie Yashodara, e le monache che le accompagnano pronunciano il voto di propagare «questo sutra in altre terre». Il capitolo si conclude con tutti i bodhisattva che «unendo le loro voci» dichiarano «Noi ti preghiamo di non preoccuparti./ Dopo l’estinzione del Budda/ in un’ epoca di paura e male/ noi predicheremo in lungo e in largo[…]» (Op. cit., p. 270).

  • A quel tempo i bodhisattva, unendo le loro voci, si espres­sero in versi dicendo: Noi ti preghiamo di non preoccuparti. Dopo l'estinzione del Budda in un'epoca di paura e male noi predicheremo in lungo e in largo. Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni, ma noi sopporteremo tutte queste offese. In quell'epoca malvagia ci saranno monaci di saggezza perversa, adulatori e sleali, che pretenderanno di aver conseguito ciò che non hanno conseguito, che saranno arroganti e presuntuosi. Oppure vi saranno monaci che vivono nelle foreste, eremiti vestiti di stracci rattoppati, che pretenderanno di praticare la vera Via e guarderanno con disprezzo il genere umano.
  • Ma noi, fidandoci rispettosamente del Budda, indosseremo l'armatura della perseveranza. Al fine di predicare questo sutra, sopporteremo tutte queste difficoltà. Senza curarci dei nostri corpi o delle nostre vite, avremo a cuore solo la Via suprema. In epoche a venire proteggeremo e sosterremo quello che il Budda ci ha affidato. Questo deve sapere l'onorato dal mondo. I monaci corrotti di quell'era turbolenta, non comprendendo gli espedienti usati dal Budda per predicare la Legge nel modo più appropriato, con sguardo arcigno ci copriranno di insulti; saremo esiliati più e più volte in luoghi molto lontani da torri e templi. Tutti questi diversi mali, tenendo a mente gli ordini del Budda, noi li sopporteremo. Se nei villaggi e nelle città vi sono persone che ricercano la Legge, noi andremo ovunque si trovino e predicheremo la Legge che il Budda ci ha affidato. Saremo gli inviati dell'onorato dal mondo e affronteremo le moltitudini senza paura. Predicheremo abilmente la Legge, perché desideriamo che il Budda riposi tranquillo. In presenza dell'onorato dal mondo e dei Budda che si sono riuniti dalle dieci direzioni pronunciamo questo voto. II Budda deve conoscere le intenzioni dei nostri cuori.